L’itinerario è un anello che si snoda lungo le vallate di Amalfi ed Atrani, consentendo una visita davvero completa delle due località, sia dal lato mare che dal lato monte.
Esso, infatti, oltre alla visita delle due valli, prevede anche quella dei centri urbani, delle antiche vie di collegamento tra essi, del monte che le divide (il Monte Aureo), del Castrum difensivo ivi ubicato, nonché della Riserva Naturale Orientata di Valle delle Ferriere.
Una moltitudine di cose, quindi, con contenuti di vario genere, in appena 11 Km e mantenendosi sempre ad una quota abbastanza bassa (sotto i 300 m).
In effetti, è questa la magia della Costiera Amalfitana, che in un fazzoletto di terra offre una molteplicità di contenuti di altissimo valore storico, naturalistico e paesaggistico.
In questo itinerario, quelli naturalistici si incontrano principalmente nelle due vallate e nella Riserva Naturale Orientata di Valle delle Ferriere (ingresso a pagamento), dove si possono ammirare alcuni rari esemplari di Woodwardia Radicans, una felce bulbifera presente sulla Terra già prima dell’ultima glaciazione e quasi completamente scomparsa altrove.
Si tratta di una pianta che può crescere solo in ambienti molto umidi e con temperature costanti tutto l’anno.
Difatti, queste valli abbondano d’acqua ed hanno una conformazione che le rende poco esposte a brusche variazioni climatiche. Di qui la possibilità di coltivarvi il limone tipico della Costiera Amalfitana, lo “Sfusato”, dal sapore dolce ma estremamente delicato e non producibile se non in contesti ricchi d’acqua e per nulla esposti ai venti freddi.
Quanto ai contenuti storici, sono anch’essi offerti innanzitutto dalle due vallate, dove si trovano le chiavi di lettura della grandezza commerciale dell’Amalfi medioevale e, soprattutto, della sua perenne vitalità produttiva fino ai giorni nostri.
Anche in questo caso, c’entrano le risorse idriche e climatiche, che circa 1000 anni fa consentirono ad Amalfi di diventare una potenza industriale nella settore della carta ed agricola nel settore del limone.
Produzioni tutt’ora attive.
Le visite del Monte Aureo e del Castrum completano l’itinerario sia dal punto di vista storico che paesaggistico.
Il Castrum infatti era una delle fortezze di primo rifugio degli amalfitani in occasione dei frequenti attacchi
che arrivavano dal mare alla città.
Dal suo avamposto visivo (La Torre dello Ziro), si possono poi ammirare scorci davvero emozionanti su Amalfi. Atrani e l’intera Costa.
I sentieri urbani regalano un’esperienza completa di visita delle due località. L’itinerario infatti attraversa i quartieri più antichi delle città e le antiche via di collegamento tra esse.
Si tratta di veri labirinti, costruiti ad arte per rendere difficoltosa la risalita verso le parti alte del territorio, che in questo modo poteva essere difeso più efficacemente dalle milizie locali, mai particolarmente numerose e perciò bisognose di strade ad imbuto, dove poter ingaggiare battaglie su fronti ristretti, dove il valore dei singoli contava più delle quantità.
Un trek quindi molto ricco, ma adatto solo a persone ben allenate, perché l’impegno richiesto è abbastanza alto, sia per i dislivelli che per il tipo di percorso, quasi interamente su scale.
La difficoltà tecnica, invece, è intermedia (E) perché i sentieri attraversati sono evidenti e non presentano alcun particolare problema di percorribilità.
La segnaletica CAI è frequente, soprattutto quella orizzontale.
Si consiglia comunque di munirsi di una mappa del CAI (acquistabile on line sul sito www.caimontilattari.it o presso l’edicola Edicol’è di Amalfi) e di un GPS o uno smartphone munito di applicazione che renda navigabili i sentieri off-line. Osmand è quella consigliata.
La traccia è scaricabile gratuitamente dal presente sito, previa registrazione.
L’itinerario attraversa i sentieri CAI 325, 323a, 351b e 351.
I punti acqua sono molto frequenti.
Analogamente i punti ristoro.
Il trek ha inizio ad Amalfi centro, dove è estremamente difficile parcheggiare l’auto.
Si consiglia perciò di arrivarci con i trasporti pubblici; preferibilmente con i traghetti in partenza da Salerno, Positano e località intermedie, che assicurano puntualità e piacere di viaggio.
I traghetti sono attivi da aprile ad ottobre.
Negli altri periodi bisogna far uso dei bus della Sita Sud Trasporti.
Si parte da Piazza Flavio Gioia, che è anche il capolinea di bus e traghetti.
Da questa piazza bisogna proseguire per la Porta della Marina, che immette in Piazza Duomo, sede dell’imponente Cattedrale di Sant’Andrea Apostolo.
Il percorso prosegue lungo il corso principale di Amalfi, fino a raggiungere, dopo circa 800 metri, il Museo della Carta.
In questo punto bisogna fare attenzione a non sbagliare.
Il percorso non prosegue infatti lungo la strada carrabile (come sembrerebbe naturale), ma bisogna prendere la stradina in salita sulla destra che, dopo pochi metri, immette sulla scala a sinistra corrispondente al Sentiero CAI325.
Da questo punto, bisogna proseguire seguendo la segnaletica CAI fino alla Riserva Naturale di Valle delle Ferriere, che si trova all’estremità del Sentiero 325.
La passeggiata, per circa 1 km, corre quasi interamente su scale ed è abbastanza stancante anche perché esposta al sole.
Successivamente, si sviluppa nel bosco, alla destra del fiume Canneto, le cui fresche acque danno sollievo anche nei periodi più caldi.
In questa prima parte si incontrano numerosi ruderi di antiche cartiere e terrazzamenti di “Sfusato Amalfitano”, il limone tipico della zona.
Come già detto, Amalfi ha un’importante storia agricolo-industriale, nei settori del limone e della carta, che perdura tuttora.
Una storia che iniziò quando, dopo la distruzione del grande porto ad opera di un violento tsunami verificatosi il 25.11.1343, Amalfi si vide costretta a riconvertire la sua economia ed a trasferirla dal mare alla montagna.
Una nuova era fu possibile grazie alla straordinaria abbondanza d’acqua presente nelle vallate della Costiera che consenti l’avvio della produzione di due beni di particolare interesse per il mercato dell’epoca: la carta bambagina ed il limone Sfusato.
Si trattava di beni di particolare pregio, perché l’uno (la carta) idoneo a sostituire il papiro per la scrittura; il secondo (il limone) idoneo a risolvere problemi di salute abbastanza frequenti all’epoca, come lo scorbuto.
Entrambi erano producibili solo in prossimità di fiumi, necessari ad azionare i mulini per macerare stracci (la carta bambagina è quella ricavata dal cotone); ed a garantire irrigazione continua ai giardini di limone Sfusato, altrimenti non coltivabile.
L’itinerario, in questa parte, offre quindi un contatto importante con la storia dell’ultimo millennio della Costiera Amalfitana.
Superato l’ultimo rudere (quota 244 m), detto “della Ferriera” perché adibito non a cartiera bensì a fabbrica per l’estrazione del ferro (da esso prende il nome la valle per la notevole importanza di questa fabbrica), inizia il tratto più impegnativo dell’itinerario.
La successiva salita alla Riserva Naturale Orientata si sviluppa infatti su scale irregolari e un po’ scivolose, anche se ancora di difficoltà E.
Bisogna quindi fare più attenzione.
La visita della Riserva Naturale Orientata è senza dubbio il momento clou di questo trek.
A detta Riserva si accede a pagamento una volta raggiunta l’estremità del sentiero.
La sua visita dura poco più di 20 minuti, ma è un momento imprescindibile di questo percorso.
Al suo interno, infatti, si concentra il maggior numero di sorgenti e si registra la presenza di imponenti cascate d’acqua che favoriscono la crescita della Wodwardia Radicans (felce bulbifera della quale già si è detto all’inizio).
Terminata la visita, bisogna ripercorrere al contrario il sentiero 325 tornando nuovamente al Rudere della Ferriera.
Di qui va intrapreso il Sentiero CAI 323a, che si incontra sulla sinistra, all’altezza dell’antico acquedotto medioevale, riconoscibile dagli ampi archi in pietra che tagliano il sentiero.
Detto sentiero 323a risale fino al villaggio di Pontone di Scala (288 m), dove si incontrano alcuni punti di ristoro, tra i quali due ottimi ristoranti pizzerie, molto apprezzati anche dai residenti per la genuinità delle pietanze (San Giovanni ed Antico Borgo).
Giunti a Pontone, bisogna recarsi in Piazza San Giovanni, dalla quale si prosegue varcando il porticato sotto il campanile della chiesa ed andando poi a destra, fino alla rotabile.
Si è sul sentiero CAI 351.
Oltrepassata la rotabile, si incontra la scalinata che conduce alla Torre dello Ziro, che procede prima in discesa e poi in salita fino alla porta di ingresso (sempre aperta) dell’antica fortificazione della quale la torre fa parte.
Si entra così nel Castrum Scalelle.
All’interno del Castrum, l’itinerario segue un percorso circolare che passa prima per i ruderi del castello, sulla parte più alta del Monte Aureo, raggiungibile seguendo il sentiero che si incontra dopo aver risalito per una decina di metri la scalinata in salita con inizio dal primo pianolo all’interno del Castrum.
Oltrepassati i ruderi, si prosegue in discesa fino a raggiungere lo spettacolare Belvedere, con vista su Amalfi, Atrani e la Torre dello Ziro.
Per visitare la torre, bisogna proseguire ancora in discesa.
La torre è visitabile anche all’interno dato che la porta di ingresso è sempre aperta.
Dalla sua sommità sia ha un bellissimo affaccio su Amalfi.
Purtroppo, dalla torre non è possibile proseguire direttamente per Amalfi od Atrani.
Bisogna perciò far rientro a Pontone, percorrendo in senso contrario il medesimo sentiero che, ad un certo punto, presenta una biforcazione che consente di evitare la risalita al castello e di raggiungere l’uscita dal Castrum seguendo un sentiero con meno dislivelli, che è esattamente quello alla destra della biforcazione.
Usciti dal Castrum, non bisogna raggiungere nuovamente il centro di Pontone perché, prima della scalinata che risale verso lo stesso, sulla destra, c’è una scala in discesa che conduce fino ad Atrani.
Anche questa scala è ripida e richiede la giusta attenzione.
Essa corre lungo il versante sinistro della vallata che sovrasta Atrani.
Un ponte in pietra all’altezza del torrente consente di passare sul lato opposto, lungo il quale corre il sentiero che conduce al centro di Atrani.
Da centro di Atrani, se si hanno ancora energie, bisogna risalire il versante di ponente della città, fino a raggiungere l’antica strada di collegamento con Amalfi.
Da questa, ad un un tratto, diparte una scalinata in salita per il Cimitero di Amalfi (San Lorenzo del Piano), un antico monastero ben visibile dal centro della città, composto da 21 archi.
Da detto cimitero, si godono vedute molto panoramiche sulla città, che, dopo la visita, si raggiunge percorrendo in discesa la successiva scalinata in pietra.
L’itinerario termina al centro di Amalfi, da cui è agevole raggiungere tutte le località della Costiera Amalfitana o le limitrofe Sorrento e Salerno con i trasporti pubblici.
Altamente consigliati sono i traghetti, attivi da aprile ad ottobre.
In corso di stesura. Mi scuso per l’inconveniente.
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