Da Amalfi Tovere per il Fiordo di Furore e l’Orrido di Pino

Amalfi Tovere (400 m) – Fiordo di Furore (0 m) – Furore Sant’Elia (250 m) – Orrido di Pino (457 m) – Amalfi Tovere (400 m)

Type: ring Effort:high Difficulty:E Duration: 08h00 Distance: 13.4Km Ascent: 980

L’itinerario è un anello che consente di far visita al Fiordo di Furore ed all’Orrido di Pino partendo da Tovere, una delle frazioni di Amalfi più distanti dal centro (circa 4 km), nella quale è abbastanza agevole parcheggiare l’auto privata.
L’itinerario, quindi, è particolarmente adatto a chi vuole fare visita a dette località andandoci con l’auto privata.
Il Fiordo di Furore e l’Orrido di Pino sono il punto più basso e quello intermedio di una delle gole più spettacolari della Costiera Amalfitana, scavata in milioni d’anni da uno dei suoi tanti torrenti, denominato Schito nel tratto basso e Rio Penise in quello a monte.

Tovere è comodamente raggiungibile in auto.
Si può parcheggiare gratuitamente in strada, nei pressi della Chiesa di San Pietro Apostolo.
I posti delimitati da strisce bianche sono riservati ai residenti.
Fuori da dette strisce si può invece parcheggiare.
Tovere è raggiungibile anche con i bus della SitaSud Trasporti della linea Amalfi-Tovere o della linea Amalfi-Agerola.
Detti bus, tuttavia, non sono molto frequenti.
Quelli della linea Amalfi-Agerola non raggiungono il centro di Tovere, ma bisogna scendere al Bivio per Tovere, distante circa 800m

L’itinerario inizia dalla Chiesa di San Pietro Apostolo (400 m), deve bisogna proseguire in discesa lungo strada asfaltata per circa 1km fino al Bivio per Tovere e, poi, verso sinistra per circa 300 metri fino alla scalinata denominata Via Acquarola (315 m).
Bisogna poi intraprendere detta scalinata in discesa fino a raggiungere il Fiordo di Furore, a quota 0.
Attualmente il Fiordo di Furore si giunge percorrendo la scalinata Via Piedicampo e poi un tratto di circa 800m della SS163 Costiera Amalfitana.
Dal 2018, infatti, non è possibile percorrere lo spettacolare Sentiero dei Pipistrelli Impazziti.
Giunti al Fiordo, si può scendere in spiaggia utilizzando la scalinata laterale (lato ponente).
Bisogna poi risalire utilizzando l’ulteriore scalinata che attraversa le casette dei pescatori (monazei), dedicate al regista Federico Fellini ed all’attrice Anna Magnani, che qui, nel 1948, girarono, entrambi in qualità di attori, un episodio del film L’Amore, diretto da Roberto Rossellini.
Inizia una salita abbastanza faticosa, denominata “Sentiero della Volpe Pescatrice”, che in circa 30 min raggiunge la Frazione Sant’Elia di Furore, a quota 250 m.
Da detta frazione, l’itinerario prosegue ad una quota costante, passando dapprima per la “Passeggiata dell’Amore”, lungo la quale diverse maioliche ricordano i versi di famose poesie d’amore, e poi per il “Sentiero delle Agavi in Fiore”, che collega Furore a Praiano, percorrendo il vallone che divide le due località (Vallone della Praia), sovrastante l’altro fiordo della Costiera Amalfitano, il Fiordo della Praia, visitabile recandosi a Praiano.
In questo tratto, il sentiero corre lungo una cengia esposta, che impone maggiore attenzione.
Giunti sul lato opposto del vallone, bisogna proseguire fino al bivio per Praiano (quota 220 m), dove si arriva circa 1h45min dopo il passaggio a Sant’Elia.
Qui bisogna far attenzione a non sbagliare, perché l’itinerario non prosegue verso Praiano ma verso nord, in direzione Agerola Bomerano, la stessa cioè del Sentiero 354.
Inizia la parte più faticosa del percorso, che in circa 1h consente di raggiungere l’incrocio con il Sentiero 354A, a quota 500 m, nei pressi delle Grotte di Santa Barbara (506 m), un antico sito religioso del quale restano pochi resti. Il sito dista 5 minuti dall’incrocio.
L’itinerario prosegue nella direzione opposta (Furore), lungo il Sentiero 354A, denominato di Abu Tabela in omaggio al generale agerolese Paolo Avitabile, distintosi per le sue doti militari sia nelle fila delle truppe napoleoniche che in quelle di re Ferdinando I e per lungo tempo anche al servizio dello Scia’ di Persia, dove fu appunto denominato Abu Tabela.
Questo sentiero attraversa innanzitutto spettacolari terrazzamenti coltivati ad uva biancolella e falanghina, dalle quali si ricava un ottimo bianco (il celebre bianco di Furore).
Per circa 500 metri corre poi su un tratto di strada asfaltata, in zona Sant’Alfonso di Furore, che immette su una successiva scalinata (Salita Belvedere) da percorre in salita per circa 500mt, fino quasi a raggiungere la sovrastante strada asfaltata per Agerola.
Pochi metri prima dell’intersezione tra la Salita Belvedere e questa strada, sulla destra, si trova una deviazione verso la Chiesa San Giacomo.
Si tratta della Traversa San Pasquale, da percorrere fino a detta chiesa e, poi, in leggera discesa fino nuovamente alla strada asfaltata, da percorrere in salita per ulteriori 200 metri.
Si raggiunge così la deviazione, sulla destra, per l’Orrido di Pino, all’altezza dell’Agriturismo La Mela Blu.
Questa traversa, anch’essa inizialmente in asfalto, prosegue in discesa diventando, dopo circa 300 metri, un sentiero sterrato.
Si tratta appunto del Sentiero dell’Orrido di Pino, denominato anche Sentiero dei Nidi di Corvo o di Abu Tabela.
Detto Sentiero attraversa la parte alta del Vallone di Furore, ad una quota di circa 500 m, terminando sul lato opposto, nei pressi di alcune case, a quota 576 m.
In detto punto, bisogna abbandonare il Sentiero 354A (diretto ad Agerola San Lazzaro) ed intraprendere il Sentiero 361B, diretto a Tovere di Amalfi.
Il Sentiero 361B non è per nulla segnalato, ma la sua individuazione, da un certo punto in poi, è facilitata dalla presenza di un binario a cremagliera per il trasporto dei limoni, che lo accompagna fino a Tovere di Amalfi.
Ci sono diverse scalinate che collegano direttamente il Sentiero 361B alla frazione Tovere.
Il nostro itinerario invece prosegue lungo un percorso più lungo, che aggira Tovere dall’alto per raggiungere un punto molto panoramico su Amalfi.
Precisamente, una volta terminato il Sentiero 361B, a quota 520 m, bisogna continuare sul Sentiero 361, in direzione Amalfi, fino a quota 400 m.
In questo punto, il Sentiero 361 è sbarrato da un muro che ne impedisce l’attraversamento poiché esposto al pericolo di caduta massi.
Proprio all’altezza di questa chiusura, si può ammirare Amalfi dall’alto. E’ un bel vedere.
Per completare l’itinerario, bisogna procedere nell’opposta direzione, ossia lungo Sentiero 317 che, correndo su strade cittadine, consente di raggiungere nuovamente la Chiesa di San Pietro Apostolo, passando per il centro di Tovere.

L’itinerario offre numerosi punti di contatto con la storia della Costiera Amalfitana ed, in particolare, con il periodo ducale, corrispondente a quello in cui Amalfi fu Repubblica Marinara autonoma (839-1145 d.C.).
A questo periodo storico sono innanzitutto da ricondurre le scalinate in pietra lungo le quali si sviluppa l’itinerario.
Queste fanno infatti parte dell’antichissima rete viaria che metteva in collegamento l’intero territorio della Repubblica, da Positano a Cetara.
Percorrerle quindi è un’esperienza che consente di capire come erano organizzati gli spostamenti di uomini e merci mille anni fa.
La Repubblica Marinara ebbe le sue fortune nell’abilità degli Amalfitani nella navigazione marittima.
L’invenzione della bussola da parte dell’amalfitano Flavio Gioia segnò una vera rivoluzione nella storia del trasporto marittimo, che gli amalfitani dell’epoca riuscivano già a fare in mare aperto, con tutti gli innegabili vantaggi che ne derivavano; primi tra tutti la velocità e la sicurezza dei traffici che, sviluppandosi su rotte distanti dalle coste, erano meno esposti ad atti di pirateria.
Questa abilità diede loro un vantaggio competitivo enorme rispetto a tutte le marinerie dell’epoca, che gli valse il ruolo di trasportatori privilegiati nei traffici tra Oriente ed Occidente.
Alle navi amalfitane alcun porto era precluso ed, anzi, ben 78 porti del Mediterraneo erano franchi da dazi per la Repubblica di Amalfi.
Mille anni fa, quindi, Amalfi già conosceva un’area di libero scambio sul modello dell’Area Shenghen, intervenuta in Europa solo mille anni più tardi (1985).
Da questa posizione di privilegio derivarono al territorio amalfitano immense ricchezze, testimoniate innanzitutto dalle numerose chiese che si trovano ovunque.
Anche quella di partenza del nostro itinerario (Chiesa di San Pietro) era già esistente nel 1200.
Il suo stile arabeggiante ci riporta agli scambi tra Amalfi e l’Oriente, che da commerciali divennero anche culturali, al punto che l’architettura dei luoghi presenta ovunque tecniche e stili tipicamente arabi.
L’accesso al mare era una necessità per tutto il territorio, come dimostrato dalla lunga scalinata che da Tovere conduce alla Marina di Furore, strappata alla montagna e realizzata lungo pendii apparentemente invalicabili.
Il percorso passa poi attraverso numerosi terrazzamenti, coltivati soprattutto a limoni.
Anche questi terrazzamenti sono testimonianza diretta degli intensi scambi tra Amalfi e l’Oriente.
Il limone infatti fu importato in Costiera proprio dai paesi arabi e qui trovò il luogo ideale per la sua coltivazione per le particolari caratteristiche climatiche della zona, protetta dalle sue alte montagne dai venti del nord e molto ricca di acqua.
Caratteristiche che resero possibile e particolarmente remunerativa la coltivazione di una speciale tipologia di limone (il c.d. sfusato amalfitano) dal sapore dolce e quindi facilmente mangiabile come un frutto.
Alla carenza di giardini si pose rimedio attraverso il terrazzamento, ottenuto macerando roccia (le cc.dd. macere) e creando argini riempiti con terreno vegetale.
Ne derivò la trasformazione dell’intero territorio in imponenti terrazzamenti, che oggi caratterizzano l’aspetto dell’intera Costiera Amalfitana e che le sono valsi il riconoscimento di Patrimonio dell’Umanità (sito Unesco) quale raro esempio di sfruttamento del territorio realizzato in perfetta armonia tra l’uomo e la natura.

L’itinerario è agevolmente raggiungibile da tutte le località della Costiera Amalfitana nei modi innanzi indicati.
A Tovere ci sono anche diverse strutture ricettive dove è possibile trascorrere la notte.
Non ci sono invece ristoranti o salumerie.

L’itinerario non presenta particolari difficoltà tecniche, correndo su sentieri di difficoltà E.
Esso tuttavia è certamente impegnativo per il dislivello (980m) e perché quasi interamente su scale.
La segnaletica CAI è carente, ragion per cui è fondamentale dotarsi di una mappa e di altri strumenti di orientamento.
E’ importante sapere che il Sentiero dei Pipistrelli Impazziti non è percorribile a causa dell’instabilità del sovrastante costone roccioso e che lo si trova sbarrato da muri in calcestruzzo.

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